“Alfabeto essenziale della cucina napoletana” di Giancarlo Panico, senior partner di n.p.r. comunicazione

Spaghetti, vermicelli o linguine; qual è la pasta giusta per preparare il classico aglio e uoglio? E qual è il motivo per cui le polpette o le braciole alla napoletana si farciscono con uva passita, pinoli, aglio e prezzemolo? E perché i migliori friarielli sono gli introvabili “lingua di cane”?

L’alfabeto essenziale della cucina napoletana di Fofò Ferriere, responsabile per il Gruppo Eventi degli spazi gastronomici nelle aree hospitality dei principali festival musicali e cinematografici italiani e di Giancarlo Panico, senior partner, strategist, public affairs & stakeholder specialist di n.p.r. comunicazione e co-direttore insieme a Tommaso Niccoli di Mangiarebuono, il magazine dedicato alla sana alimentazione, è la prima parte di un più ampio lavoro di ricerca, si propone di far conoscere aspetti storici e curiosità su alcuni dei più noti prodotti alimentari, piatti e pietanze della tradizione. Sulla cucina napoletana è stato detto e scritto tutto. Eppure ci sono ancora tantissime persone, anche napoletani, che non conoscono l’origine di alcuni piatti: perché si preparano in un certo modo, perché si usano determinati ingredienti o si seguono veri e propri riti nella loro preparazione, come il ragù o la genovese. Questo testo che non aggiunge nulla a ciò che già si conosce, organizzato sottoforma di alfabeto, attraverso 78 voci si propone di essere una chiave di lettura dell’alimentazione quotidiana, alla luce della conoscenza di una delle scuole che ha influenzato più di ogni altra la cucina del mondo. Se non si conoscono gli alimenti, la storia di piatti e pietanze, finanche la loro etimologia non si potranno mai apprezzare.